Luca Setti Fine Art Photographer

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Progetto Morfeo

Devo l'ispirazione per questo lavoro a mio figlio che all'epoca delle foto aveva 1 anno.
L'estate scorsa, 2016, per addormentarlo ero solito uscire in bicicletta con lui tutte le sere.
Facevamo di regola sempre il medesimo percorso, attraversando zone di periferia del paese in cui viviamo: un paesaggio che ho sempre vissuto come anonimo, banale, per alcuni aspetti alienante: il tipico paesaggio suburbano che si può trovare pressoché ovunque nelle periferie dei paesi industrializzati. Eppure mio figlio non sembrava vederlo in questo modo: anche la cosa per me più banale e scontata era per lui fonte di stupore e curiosità. Lo osservavo provare interesse per cose semplici come un cumulo di terra, un sasso, una siepe e compresi che per lui non esisteva ancora la categoria del banale, dell'anonimo, dell'alienante, ma tutto era scoperta.
All'inizio ho catalogato questo suo atteggiamento come qualcosa di tipicamente infantile. Era una cosa a cui davo poco peso, anche per la fatica di giornate in cui si assommavano il peso della quotidianità, degli impegni del lavoro e dell'essere genitore.
Con il passare dei giorni però quel suo guardare le cose ha smosso in me qualcosa: è nata la curiosità di vedere se anch'io potessi provare qualcosa di simile nel paesaggio vissuto quotidianamente.
E così, dopo avere messo a letto mio figlio, ho cominciato ad uscire nuovamente, questa volta con fotocamera e treppiede, ripercorrendo spesso quegli stessi luoghi visitati con mio figlio.
Credo in questo modo di avere risvegliato, ridato voce, ad uno sguardo primordiale, bambino, qualcosa che credevo fosse stato irrimediabilmente perso con l'età e che invece era ancora presente, seppur nascosto.
Queste immagini mostrano dunque i luoghi di periferia urbana in cui si svolge la mia vita, trasfigurati attraverso la lente del mito, del sogno.
La notte in questo mi ha aiutato, grazie alla sua capacità di annullare il significato quotidiano dei luoghi e di renderli una sorta di tabula rasa sulla quale proiettare una propria personale mappa di significati, il proprio inconscio.
Ho deciso di chiamare questa serie Morfeo, perché da un lato il nome richiama l'elemento del sogno, della fantasia, dall'altro la parola ricorda per assonanza il concetto di trasformazione, trasfigurazione. In ultimo Morfeo è il sonno, ciò che cercavo incontrasse mio figlio durante i nostri viaggi notturni.

Scritto da Luca Setti il 19/02/2018
in: Ultime fotografie , Progetti
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